SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO-CLASSI SECONDE: PARTECIPAZIONE SPETTACOLO “DORIAN GRAY, IL RITRATTO”.

Gli alunni delle classi seconde della Scuola Secondaria di Primo grado accompagnati dai docenti Barba, Branca, Bergamo, Ielo, Morabito, Polimeno, Romeo, Saponee Valeriani si sono recati il 9 Dicembre c.a.  presso il teatro “ Francesco Cilea “ per partecipare allo spettacolo , della compagnia Teatri di carta, “Dorian Gray – il ritratto” per la regia di Francesco Campanile e Tiziana Tesauro con Simone Caprio , Giulio Cavazzini, Nicola Tartarone e Salvatore Veneruso.

 “Il ritratto di Dorian Gray” , capolavoro di Oscar Wilde (Westland Row, 1854 – Parigi, 1900), ambientato nella Londra del XIX secolo è la storia di un giovane dalla bellezza fuori dal comune che, ritratto dall’amico pittore Basil Hallward e colpito dalla perfezione della sua effigie, decide di fare un patto con il diavolo: sarà l’immagine dipinta ad invecchiare al suo posto affinché il suo aspetto rimanga immutato. L’opera,  esprime il pensiero di Wilde sull’arte intesa come bellezza e perfezione, ma anche dannazione.

Liberamente ispirato al romanzo di Wilde, lo spettacolo sceglie di focalizzare l’attenzione sui dubbi, le paure e le incertezze del giovane Dorian Gray che, dominato dalla sua stessa bellezza e illuso dalle parole degli amici, smarrisce se stesso fino a perdersi completamente. Chi è Dorian? Qual è il suo vero volto? Quello giovane e bello che tutti conoscono o quello sfigurato dai peccati e ritratto in un quadro? La sua storia ci mostra quanto è facile cadere nelle trappole dell’ego, vittime delle proprie debolezze, prestando ascolto alle lusinghe di chi sa illuderci, facendoci credere migliori degli altri. “Dorian Gray – il ritratto” è uno spettacolo sulla vanità, sul bisogno di apparire piuttosto che essere, sull’ossessione per l’immagine di se stessi così diffusa tra i giovani di oggi. È uno spettacolo che intende parlare ai ragazzi del bisogno di autenticità, della necessità della consapevolezza di sé, offrendo uno spazio di riflessione sul bisogno di trovarsi con coraggio, fuori dai condizionamenti della società dell’immagine. Lo spettacolo nasce dall’esigenza di raccontare ai giovani spettatori l’importanza di restare fedeli a se stessi e alle proprie idee, in un tempo in cui è sempre più facile perdersi dietro alle trappole dell’ego e alle amicizie sbagliate. I linguaggi espressivi scelti per raccontare questa storia sono il teatro di parola e la danza:  il lavoro sul corpo e il movimento degli attori sono il punto di partenza per scrivere una partitura in cui parole e azioni si fondono dando vita a una vera e propria magia. Il regista ha scelto di dare corpo e voce all’anima del protagonista, impersonata da un danzatore, facendola uscire dal quadro, sfondando, metaforicamente, la tela in cui è imprigionata. Si ritrova faccia a faccia con Dorian, lotta con lui, lo attrae e lo respinge, dando vita ad una danza che è la danza interiore di ogni uomo che decide di venire a patti con la sua zona d’ombra. Se nell’opera originale Dorian si rapporta ad un quadro, nello spettacolo il ritratto prende vita, diventa un vero e proprio personaggio che trasporta il pubblico direttamente dentro lo smarrimento interiore del protagonista. il nostro Dorian vuole parlare direttamente ai ragazzi mettendoli in guardia: si può morire disperati e soli se non si ha il coraggio di crescere, scoprendo se stessi e facendo scelte autentiche di bene. Lo spettacolo racconta questo bisogno di autenticità, di riflessione, di consapevolezza che andrebbe sempre ascoltato. È un tema attuale che tocca da vicino i giovani, soprattutto nella società odierna che è sempre più la società dell’immagine.

La messa in scena sceglie di lavorare attraverso maschere, metafore e simboli, come un letto, luogo del peccato ma anche nascondiglio dei propri segreti, e oggetti vari che, inseriti nella cornice narrativa, acquisiscono nuovi significati e nuove valenze al fine di interrogare i giovani su temi universali e generali.