SECONDO INCONTRO PER GLI STUDENTI DEL CONVITTO DEL PERCORSO “A-NDRANGATA. PER UNA CITTÀ SENZA CRIMINE”.

Grande affluenza di pubblico al Convitto, tra studenti del Liceo Classico d’ordinamento, del Liceo Classico Europeo e docenti, per la seconda tavola rotonda del percorso “A-ndrangata. Per una città senza crimine”.  L’incontro, dal titolo “Non arrendersi! Insieme per la legalità”, si è svolto Martedi 19 Novembre e ha visto relatori di eccezione: il sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria, dottor Walter Ignazitto, l’avvocato Francesco Albanese, assistente alla cattedra di procedura penale alla facoltà di Giurisprudenza di Reggio Calabria e Alessia Candito, giornalista di Repubblica. A porgere i saluti la dirigente Dr.ssa Francesca Arena, che ha sottolineato l’importanza di questi momenti come stimolo alla riflessione e al confronto, evidenziando come sia compito della scuola formare i giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni.

Passata la parola al moderatore, nonché responsabile e tutor del progetto, dottore Nicodemo Liotti, primo dirigente della Digos della Questura di Reggio Calabria, che ha rivolto un ringraziamento speciale agli illustri ospiti presenti al convegno.

La discussione prende il suo avvio con il sostituto procuratore della DDA di Reggio Calabria, dottor Walter Ignazitto: “La mafia oggi non è quella di una volta: agisce in giacca e cravatta e vive in parallelo allo Stato. E’ sempre più difficile combatterla: riconoscerla, infatti, è più arduo, poiché utilizza mezzi più complessi di quelli di un tempo” e, citando  le parole dello scrittore Bufalino “La mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari”, sottolinea il ruolo fondamentale della scuola: “la mafia teme la scuola più della giustizia, la mafia prospera sull’ignoranza della gente sulla quale può svolgere opera di intimidazione e di soggezione psicologica: solo cosi mafia e illegalità possono prosperare”. Il suo racconto diventa toccante quando ricorda la svolta avvenuta alla lotta alla mafia, grazie al lavoro e al sacrificio di magistrati come Falcone e come Borsellino:La legalità è una questione di scelta: siamo noi a decidere cosa saremo da grandi, siamo noi a scegliere se rispettare le regole o meno. Questo nostro incontro odierno deve servire a tutti come stimolo alla riflessione e al confronto: a chi ci vuole prevaricare, rispondiamo con il nostro diritto di essere liberi, a chi vuole oltraggiare la legalità, rispondiamo che il rispetto delle regole attua la giustizia sociale”.

Prosegue il dibattito con l’avvocato Francesco Albanese, il quale, con una brillante disamina, ha spiegato la fenomenologia ‘ndranghetista nel suo complesso e nei suoi singoli aspetti criminali, sradicandola dagli aspetti mitici e acritici con cui la questione è spesso affrontata dai media e di conseguenza nel sentire comune. Ecco le sue parole: Non solo, ringrazio con un caloroso abbraccio tutti voi per essere qui presenti, attenti e coinvolti sul tema della legalità: argomento che non può essere mai disconosciuto nella formazione di ogni consesso sociale. Vi ringrazio, altresì, perché con la vostra presenza dimostrate di voler partecipare alla costruzione di un mondo migliore. La legalità è anche e, soprattutto, quotidianità”.

Conclude gli interventi la giornalista di Repubblica Alessia Candito, che, con le sue parole, è riuscita a toccare le corde giuste dei ragazzi, raccontando l’esegesi dell’organizzazione criminale e il suo sviluppo, ammaliando gli studenti, spiegando loro come sia di fondamentale importanza non sottovalutare la ‘ndrangheta poiché, come più volte evidenziato oggi la ndrangheta non uccide con le pistole, con i fucili, con le bombe e con i mitra. “Oggi la ‘ndrangheta ci uccide con le infiltrazioni nei settori strategici dello Stato; ecco, perché, noi non dobbiamo essere di eroi ma, semplicemente, persone oneste, educate al rispetto delle regole e delle leggi. Questa giornata è, quindi, dedicata a tutti voi ragazzi e ragazze con la speranza di aver respirato oggi un’aria diversa”.

Ricco il dibattito che ne è seguito dopo gli interventi degli oratori, gli studenti hanno posto molteplici domande e fatto osservazioni personali. La mattinata è stata molto costruttiva, carica di cultura, conoscenza ma, soprattutto, speranza!